I tesori del borgo.Storia arte e natura delle colline amate da G.Morandi

I tesori del borgo.Storia arte e natura delle colline amate da G.Morandi. Articolo di A.R.Delucca,pubblicato su Art&trA, Rivista d’arte e cultura, Bimestrale Anno 10°,n.78,ott/nov 2018.Edizioni Acca Roma, pag. 119-121

Testo:
L’Appennino Bolognese è un territorio straordinario per le sue bellezze naturalistiche ma anche per il ricco patrimonio storico/ artistico e culturale conservato, tramite le generazioni, fino ai nostri giorni . E’ pur vero che queste alte colline dalla natura selvaggia, hanno attraversato epoche assai difficili nel corso dei millenni, assistendo a spopolamento ed abbandono del territorio per molteplici vicissitudini ma è anche dal disagio che deriva la ricchezza del costume culturale, tipica delle affascinanti terre emiliane.
Recentemente, Cordero Editore di Genova, per la collana Scarlatta – Saggistica, ha pubblicato un testo di storia dell’arte che, non a caso, reca come titolo La collina dell’anima .Giorgio Morandi e la sua Grizzana in cui si descrive il rapporto tra il grande pittore dell’ ‘interiorità’ e questi luoghi solitari, silenziosi, così vicini alle dolci, morbide colline toscane ma in realtà, tanto diversi per la propria orografia, aspra e nel contempo umile, dalle tinte verdi ed ocra, proprio come Morandi li ritraeva.
Il territorio di Grizzana ha un’estensione molto ampia, all’incirca 80 chilometri quadrati e comprende parecchie vallate, borgate e frazioni d’origine antichissima, addirittura preistorica, dislocate in altura o lungo le rive del fiume Reno.
La più nota è Marzabotto, dove si trova la necropoli dell’etrusca Misa, che presenta un interessante museo, ricco di reperti, in cui sono conservate all’aperto, varie tombe sormontate da pietre di forma ovale (Omphalos) la cui denominazione coincide con il topònimo dell’antico Mons Palens (monte di Pale, dea della fertilità), oggi Montovolo, che si erge alto a pochi chilometri sopra la valle del Reno, in cui si ammira un antichissimo sacrario, dedicato alla Beata Vergine della Consolazione, edificato in epoca medievale sulle rovine di un tempio pagano, d’epoca etrusca, poi ricostruito dai romani. Accanto alla piccola chiesa – meta di pellegrinaggi millenari, seppure tra impervie ed intricate boscaglie che, in età remota, erano infestate da lupi e cinghiali – si trova un bellissimo oratorio, dedicato a santa Caterina d’Alessandria d’Egitto. Il complesso conserva, tuttora, affreschi di pregio raffiguranti le storie della santa .
A partire dall’alto medioevo si susseguirono sanguinose lotte per garantirsi le terre da parte di rozzi signorotti, quali i famigerati conti Panìco che, mentre costruivano castelli difensivi, sottomettevano i contadini costringendo la Chiesa e il Comune di Bologna a periodici interventi per controllarne l’arroganza ma pure, le diatribe guelfe e ghibelline che, dalla vicina Firenze si espansero fino al territorio bolognese, trovarono terreno fertile, trattandosi allora come oggi, di zone di transito obbligato tra l’asse toscano che dal nord conduceva al centro Italia.
I tipici borghi medievali- perfettamente restaurati dopo anni di abbandono- che si stagliano lungo il crinale grizzanese, sono realizzati in pietra autoctona, dai leggendari Maestri Comacini, una congrega di mastri muratori, specializzati, dall’origine ancora incerta : si presume, infatti, ch’essi provenissero dal territorio comasco ma il nome potrebbe avere un’accezione differente, ovvero da ‘ cum machinis ’, a identificare gli argani e le impalcature usate per la costruzione degli edifici. I Comacini si riunivano in corporazioni (Collegia) e insegnavano l’ arte muratoria di stile romanico lombardo, nella schola , inoltre contrassegnavano i loro edifici con simboli esoterici come la rosa crociata. In forza di tali indizi c’è chi suppone che i Maestri Comacini potrebbero essere stati gli iniziatori della massoneria.
Bellissimo borgo comacino, perfettamente recuperato nella sua tipica architettura, è proprio La Scola, a qualche distanza da Grizzana Morandi, con le sue case balchionate (con accesso principale da un’entrata a balconcino, posta al piano superiore rispetto al pian terreno). Questo piccolo agglomerato fu meta di scontri tra Longobardi e Bizantini. Il nome stesso è stato oggetto di studio per una possibile derivazione non da schola ma da sculca, un termine longobardo che definisce uno scolo, un fosso.
Lungo il percorso che da Grizzana Morandi conduce al Comune di Vergato si trova un castello unico nel suo genere: è la Rocchetta, edificato nell’Ottocento dall’eclettico conte Cesare Mattei, il quale, al ritorno dai suoi numerosi viaggi esotici, creò un’ originale architettura, costituita da differenti stili, tutti acquisiti presso le culture che egli aveva visitato. Nel fiabesco maniero il conte ospitò personaggi, provenienti da tutta Europa, attratti dai suoi esperimenti elettromagnetici ed omeopatici, per la cura di vari generi di malattie, trattamenti a cui si sottopose anche il celebre scrittore Rimbaud e che interessò persino Dostoevskij.
Un vasto territorio ricco di storia, d’arte e di curiosità da esplorare ma anche una natura bellissima e rude, da ammirare e contemplare: proprio come accadde a Giorgio Morandi, il quale, dal 1913, frequentò questi luoghi durante le sue estati a Grizzana, prima presso la villa Veggetti, poi alla pensione Italia e infine costruendovi la sua casa (oggi divenuta museo, per donazione al Comune da parte dell’ultima erede, Maria Teresa Morandi ) eretta di fronte ai famosi Fienili del Campiaro che l’artista ritrasse in moltissimi lavori pittorici ed incisòri. Una casa goduta per soli quattro anni ( dal 1960 al 1964,quando morì) ma che racchiude in sé tutto il suo mondo, un nido che è lo specchio di una personalità meditativa e riservata ma non scostante verso il prossimo, una personalità che, attraverso l’osservazione di queste colline solitarie e silenziose, riusciva a percepire ‘oltre la realtà’ quel ‘mondo altro’ che sta al di là della materia: tutto questo Morandi lo realizzava proprio tramite la rappresentazione, ripetuta all’infinito, del valore, semplice ma indispensabile, dei più piccoli ed umili soggetti della natura.
Anna Rita Delucca

La valle del Reno (Fabrizio Malaguti)

Rocchetta Mattei (Foto di F.Malguti, 2016)

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