Quando le parole segnano il destino

Quando le parole segnano il destino‘. Articolo di A.R.D. pubblicato su Ingresso Libero.com, n,46,settembre 2019, pag.2
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Qualche volta accade che, parlando, riusciamo a poggiare un macigno sulla parete più sensibile di un’anima.
Un esempio?
Ecco qua: In un giorno come tanti, Frediana, giovane letterata di trent’ anni, si trovò faccia a faccia con la sua insegnante, illustre cattedratica universitaria.
Piuttosto preoccupata per il suo futuro di ricercatrice, da troppo tempo ormai, ella notava che l’ assiduo e laborioso contributo all’ateneo, le avrebbe richiesto, ancora, tanti anni di dedizione e sacrifici, mal retribuiti, nella speranza d’inserirsi all’interno dell’ istituto. Ma quello era il suo sogno e per realizzarlo era pronta a qualunque privazione!
Il centro di ricerca, per lei, significava dedizione – anima e corpo – a ciò che, da sempre, aveva desiderato approfondire, per dare il suo contributo alla cultura perché con certe passioni si nasce!
Quel giorno, Frediana si trovò al cospetto dell’imponente professoressa e non avendo alcuna certezza riguardo al proprio destino, timidamente si accostò alla cattedra dell’autorevole signora, domandandole: << Se mi permette, professoressa, vorrei, gentilmente, sapere se, per i prossimi mesi, vorrà consentire che io continui ad operare all’istituto, le chiedo scusa ma ho già trent’ anni….. guadagno veramente poco….. Dipendo ancora dai miei genitori e dedico tutto il mio tempo all’attività dell’ateneo…. Scusi davvero se mi permetto, sono desolata, ma avrei necessità di conoscere qualche notizia sul mio domani! >> .
Subito, aleggiò un silenzio imbarazzante, che durò un’eternità, poi, la cattedratica matrona si alzò, lentamente, guardando l’allieva con cipiglio fiero e tuonò : << Chi, a trent’ anni , non è arrivato ancora ad un punto fermo, non speri di giungere mai ad ottenere qualcosa di buono !! >> .
Quelle parole, furono un colpo diretto al cuore.
Passarono circa dieci anni e Frediana era ormai un’elegante e stimata imprenditrice del mondo della cultura.
Un giorno, passando per caso davanti al portone dell’ateneo, ripensò a quelle parole taglienti e crudeli che mai l’avevano abbandonata e con nostalgia, immaginò se stessa, dietro la cattedra, mentre insegnava a giovani allievi speranzosi, quelle importanti nozioni che per tanti anni aveva studiato con zelo e dedizione. Ma a causa del duro giudizio di chi non volle credere in lei, il suo sogno fu sopìto e tutto quanto aveva imparato rimase lì, chiuso nella sua mente, una mente arricchita, certo, da cui aveva tratto vantaggio anche la propria carriera imprenditoriale, ma la vera natura di Frediana avrebbe voluto insegnare e condividere la conoscenza appresa, con le giovani generazioni invece di servirsene solo per sè.
Però in fondo si sa: a volte le parole, uccidono quanto le pistole.
Anna Rita Delucca
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Articolo pubblicato anche su ‘Il mio libro’

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